Risponde Zefferino Monini, Presidente AD di Monini Spa

 

  • Il mercato macro economico della categoria come si sta delineando e quale strada sta prendendo nel breve e corto periodo 2024? Prevedete un rialzo della materia prima per 2024? Il prezzo della materia prima già a partire da fine 2022, per tutto il 2023 e fino a tutt’oggi ha avuto continui ed incessanti rialzi.

L’aumento del prezzo medio della materia prima va dal 200% per quella di origine Italia, al 300% per la materia prima di origine UE (Spagna-Portogallo-Grecia). La ragione di questo incremento è dovuta alla minor disponibilità di materia prima, che ha generato un inevitabile aumento del valore a fronte delle stessa domanda.

Il maggior paese produttore al mondo, ovvero la Spagna, che produce più della metà della quantità che serve a soddisfare i consumi mondo, per due campagne di seguito (22/23 e 23/24) ha prodotto circa il 50% in meno della quantità media di una sua annata olivicola, creando una condizione di mancanza di materia prima, a livello mondo, pari a circa il 25%. Tale mancanza e quindi la minor disponibilità ha condizionato e condiziona tutt’ora tutti i mercati della materia prima all’origine.

I motivi delle basse produzioni spagnole, delle ultime due campagne olivicole olearie, sono dovuti essenzialmente alla scarsità di piogge che in modo particolare hanno afflitto l’Andalusia, area a più alta densità olivicola del mondo.

I bacini idrici alimentati dal fiume Guadalquivir sono quasi vuoti con disponibilità medie del 15/20% e le autorità spagnole si stanno organizzando per dissalare l’acqua dal mare anche a scopi agricoli.

  • Anno 2023 come si è chiuso? il mercato delle vendite dei prodotti che hanno coinvolto la tua azienda ha dato risposte positive?

Nel 2023, la categoria dell’EVO in Italia ha chiuso, a sell-out, con una flessione pari a 14 punti circa rispetto all’anno precedente.
Questa flessione è dovuta alla crescita dei prezzi superiore al 50%.
Al generale stato inflattivo che ha coinvolto tutto il Largo Consumo, infatti, si è aggiunta la crescita dei prezzi dovuta alla mancanza di disponibilità di materia prima.
Date queste premesse, ci saremmo aspettati un decremento dei consumi anche superiore, invece, siamo rimasti colpiti di come la domanda abbia tenuto.

  • Come si confrontano i consumi dei vostri prodotti con le nuove generazioni (Generation Z – Millennials) e quali ritorni di mercato avete da queste generazioni?

    Assistiamo ad un calo di penetrazione della categoria nelle fasce d’età più giovani.
    Questo dipende da diversi fattori come l’allontanamento dalla tradizione culinaria italiana e la crescita dei pasti consumati, ma non preparati, a casa (delivery, piatti pronti) o consumati fuori casa.

    Costruire consapevolezza delle caratteristiche organolettiche e nutraceutiche dell’extravergine nei giovani è una sfida che ci poniamo per rispondere ad un bisogno di stile di vita e alimentazione salutare che è molto rilevante nelle nuove generazioni.

     

    • Prevedete un rialzo della materia prima per 2024? Quali le ragioni per cui tecnicamente potremmo spiegare ai nostri “stakeholders” questi eventi

    Non v’è speculazione se non l’applicazione di una legge economica: più c’è domanda, rispetto alle disponibilità ed offerte, e più sale il prezzo.

     

    • Quanto hanno inciso sulle vostre vendite i recentissimi eventi (pandemia – conflitto Ucraino Russo e conseguenti costi energetici – incremento dei consumi extra al vecchio continente)?

    Per quanto riguarda i mercati internazionali, la pandemia ha condizionato positivamente i volumi di extra vergine venduti nel canale retail, perché è aumentata l’attenzione del consumatore verso una dieta sana ed equilibrata. Inoltre, a seguito della riduzione dei consumi legati all’out of home, i consumi privati a casa ne hanno beneficiato
    Il conflitto russo ucraino ha invece avuto un impatto decisamente negativo sui volumi precedentemente esportati in tutti i mercati in qualche modo legati a quell’area.

     

    • “Sofisticazione” del prodotto:  da tempo si parla di Olio di Semi allungato con una piccolissima percentuale di EV che rende l’olio di semi del colore dell’extravergine. Come affrontate voi produttori, che da sempre costituite l’ossatura forte della categoria, questo tema? Come lo combattete? Quali sono gli organismi che tutelano la categoria, il consumatore e soprattutto la serietà dei produttori e confenzionatori?

    Una miscela di oli di semi con oli di oliva è proibita in Italia dalla legge “Salari”.
    Al giorno d’oggi laboratori come quello della MONINI sono in grado di rilevare una commistione tra oli di semi in oli extravergini di oliva al disotto dello 0,5%.
    Recentemente si sono affacciate sul mercato anche miscele di questo tipo (lecitamente dichiarate) grazie all’aggiunta di una piccola quantità di aromi che di fatto rendono il prodotto un “condimento aromatizzato”, prodotto che invece è ammesso dalla legge e regolarmente venduto.

    Al di là dei tecnicismi che rendono lecita la produzione (per altro molto semplice) e la vendita di questi prodotti, la MONINI ha deciso di non adottare questa strategia, ma di proporre, nonostante campagne difficili e prezzi elevati, sul mercato oli extravergini di oliva di elevata qualità come fa da sempre.

    La battaglia verso questi prodotti non è dunque sul piano qualitativo nettamente inferiore a quello di un buon extravergine di oliva, quanto di ingannevolezza nei confronti del consumatore.

    In un primo momento questi “nuovi prodotti” nati con l’intenzione di tenere bassi i prezzi, venivano proposti in modo confusionario e poco chiaro nello stesso scaffale degli oli extravergini di oliva, mentre la legge impone che anche l’esposizione dei prodotti debba essere chiara e non trarre in inganno i consumatori. La MONINI si è battuta perché questi prodotti siano presenti e collocati all’interno della giusta categoria (oli aromatizzati), ottenendo parere favorevole da parte del ministero di competenza.

    Gli organi di controllo che tutelano il consumatore misurando la qualità e la genuinità dei prodotti a scaffale in Italia sono principalmente rappresentati dall’ispettorato antifrodi (ICQRF) del Ministero dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare (MASAF), dalle ASL locali per gli aspetti sanitari del prodotto, dai Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) e dai NAS dei Carabinieri. Riceviamo periodicamente verbali di campionamento da scaffale da parte delle autorità di controllo, che in Italia svolgono un lavoro molto importante per la tutela dei consumatori e dei produttori più virtuosi.

     

    • In quali aree si possono sviluppare attività sinergiche tra le aziende della categoria e la GDO?

    Riteniamo che l’area principale in cui si possa creare sinergia è quella del consumatore.
    Partire da quest’ultimo per giungere ad una visione condivisa della categoria è il presupposto di una partnership in grado di rendere qualsiasi negoziazione vincente non solo per industria e distribuzione, ma soprattutto per il benessere del consumatore.