Risponde Lorenzo Beretta, direttore commerciale di F.lli Beretta Spa

  1. Il mercato macro economico della categoria salumi come si sta delineando e quale strada sta prendendo nel breve e corto periodo 2023?

Se ci si riferisce alla distribuzione moderna (comprendendo anche il canale discount) le performances del mercato dei salumi si sta comportando in modo coerente con l’andamento generale del largo consumo ed in modo particolare del food and beverages: nel 2023 stiamo assistendo ad una compressione dei volumi accompagnata da primi segnali di deterioramento del fatturato. La spinta inflazionistica resta particolarmente marcata e sta generando uno switch a favore di prodotti di fascia prezzo mainstream a discapito dei segmenti premium con buon andamento della Marca del Distributore. Si registra un ritorno a pressioni promozionali importanti, ma con tagli prezzo decisamente ridotti. Peculiarità dei salumi è lo spostamento dei volumi tra Libero Servizio e Banco Taglio.

 

  1. Anno 2022 come si è chiuso? il mercato delle vendite dei prodotti che hanno coinvolto la tua azienda ha dato risposte positive?

Il mercato dei Salumi (peso imposto+peso variabile) in GDO nel 2022 ha chiuso con segno molto positivo a valore (+9,7%) e lievemente positivo a volume (+0,5%). Analizzando i differenti comparti va detto che il traino di questa performance è stato effettuato dal banco taglio, mentre il libero servizio ha registrato performances positive a valore a fronte di una contrazione dei volumi. Nel libero servizio i vari segmenti si sono comportati in modo molto differente: bene gli affettati confezionati, benissimo i salami snack, in fase di stallo i cubetti, in regressione i wurstel.

 

  1. Come si confrontano i consumi dei vostri prodotti con le nuove generazioni (Generation Z – Millennials) e quali ritorni di mercato avete da queste generazioni?

I dati consumer ci mostrano come ad oggi la penetrazione ed i livelli di consumo dei nostri prodotti presso tutte le fasce di età siano pressoché costanti. Nuovi stili di consumo (es: riduzione o eliminazione della carne dal proprio regime alimentare) avranno probabilmente in futuro un qualche tipo di impatto presso le generazioni più giovani, ma per il momento non stiamo registrando cambiamenti epocali in termini di abitudini di acquisto e consumo.

 

  1. Prevedete un rialzo della materia prima per 2023? Quali le ragioni per cui tecnicamente potremmo spiegare ai nostri “stakeholders” questi eventi?

Purtroppo le conseguenze del conflitto Russo-Ucraino, che si aggiungono agli aumenti generalizzati dell’autunno 2021 non hanno ancora completato il loro impatto sui costi del nostro settore. E’ vero che alcune voci di costo (es. energia) sono in fase di alleggerimento, ma dobbiamo considerare l’effetto a lungo termine che la guerra ha avuto nei confronti della filiera zootecnica. L’anno scorso gli allevatori di tutta Europa si sono trovati a dover fronteggiare una crisi senza precedenti sul fronte della disponibilità e dei costi dei mangimi: la scelta più logica è stata quella di ridurre la quantità di capi in riproduzione. Il risultato di questa operazione si sta traducendo oggi, al completamento di un ciclo riproduttivo, in minore disponibilità sul mercato di carne con conseguenti costi alle stelle.

 

  1. Quanto hanno inciso sulle vostre vendite i recentissimi eventi (pandemia – conflitto Ucraino Russo e conseguenti costi energetici – incremento dei consumi extra al vecchio continente)?

Sicuramente gli eventi degli ultimi tre hanno inciso nel bene, ma soprattutto nel male sulla vita dell’azienda. In qualsiasi settore ritengo che la stabilità di un mercato sia la condizione essenziale per poter lavorare al meglio pianificando le proprie azioni. Questo è l’elemento che è proprio venuto a mancare ed ha inciso significativamente sull’operato aziendale. La pandemia ha profondamente modificato le abitudini di acquisto di tutti: l’effetto principale sui nostri mercati è stato il forte impulso del libero servizio anche a fronte di una consistente riduzione della pressione promozionale; per contro il banco taglio ha subito forti contrazioni, così come tutto mercato della gastronomia confezionata. Il conflitto invece ha invertito la tendenza ponendo l’accento sulla componente inflattiva che naturalmente ha influenzato negativamente le vendite di tutto ciò che comportava un maggior esborso da parte dell’acquirente (per la prima volta da anni leggiamo valori negativi nelle fasce di prezzo premium e superpremium). In questo contesto è fisiologico il recupero del banco taglio, che garantisce all’acquirente un prezzo/kg più favorevole.

 

  1. In quali aree si possono sviluppare attività sinergiche tra le aziende della categoria salumi e la GDO?

Al di là degli ambiti di collaborazione nel business di riferimento (logistica, commerciale, ecc), sono convinto che l’area più potenziale e che può dare maggiore impulso al nostro mondo sia quella della collaborazione per fare un fronte comune di fronte alle istituzioni. In questo momento le associazioni di categoria si muovono autonomamente per promuovere gli interessi dei propri associati. Sarebbe molto importante invece potersi coordinare e fare sistema ed essere più influenti presso Ministeri e commissioni per fronteggiare situazioni straordinarie come quelle vissute in questi ultimi anni, oltre che naturalmente le criticità che ci aspettano a livello internazionale.