Risponde Mario Molinari, Amministratore Delegato di MOLINARI ITALIA SpA

L’Italia è il secondo operatore mondiale per il vino (+188%) e quinto per gli spirits (+300%).

È quanto emerge dal report Osservatorio Federvini, realizzato in collaborazione con Nomisma e Trade Lab. Un comparto che vale 21,5 miliardi di euro di fatturato che rappresenta il 21% dell’export del food & beverage italiano. Il report economico evidenzia che l’export di vino italiano negli ultimi 20 anni ha conosciuto una sensibile crescita, passando da una quota di mercato del 17% nel 2003 (con la Francia al 38%) al 22% nel 2023 con i transalpini che flettono al 33%.

Lo spumante – che rappresenta il 27% del vino italiano venduto nel mondo – registra un significativo +7% ed è in continua crescita.  Buone notizie anche per Il mercato italiano degli spirits, che ammonta a 4,8 miliardi di euro e un fatturato di 1,7 miliardi di euro in termini di esportazioni, con una importante crescita dell’export del 35% e del 154% negli ultimi dieci anni.

Sul fronte dei consumi, secondo i dati forniti da TradeLab, la stragrande parte degli italiani vede il fuori casa come un’occasione di convivialità e socialità: l’80% sceglie di bere principalmente durante occasioni sociali.

 

  • Concordate con i dati di mercato? Quali sono le vostre previsioni di chiusura dell’anno in corso? E rispetto al 2023?

I dati di vendita sono al di sopra della media nazionale per quanto riguarda il comparto spirits e un +3% rispetto all’anno precedente.

 

 

  • Quanto incide il mercato dell’Export?

L’export totale azienda è al 30% Varia però da prodotto a prodotto.

 

 

  • Quali sono le novità che avete appena lanciato, e quali in cantiere?

    Abbiamo appena lanciato la crema di Limoncello di Capri. Stiamo guardando con interesse al mondo degli RTD.

     

     

    • In che modo oggi l’industria deve innovarsi per ampliare il proprio mercato?

    È da qualche anno che il mercato si sta spostando nel mondo pre-dinner. Sicuramente anche la nostra industria deve tener conto delle bibite analcoliche: non a caso molte case storiche del mondo liquori, compresa la nostra, hanno in distribuzione toniche e soft drinks.

     

    • Le nuove generazioni, almeno per il fuori casa, mostrano un trend di consumo allineato con l’attenzione alla salute e al benessere. Come rispondete a queste nuove abitudini di consumo?

    I dati, si evince da varie ricerche penso ad esempio a quella di TradeLab presentata ad ottobre, rivelano che l’interesse delle giovani generazioni per la salute è mutato nel tempo. Oggi sono molto più attenti rispetto a chi è nato tra gli anni 70’ e i 90’. Certamente un’azienda del settore spirits non può cambiare pelle al 100% però può iniziare a cimentarsi nella distribuzione di prodotti che abbassino il tenore alcolico e gli zuccheri.

       

      • Come si confrontano i consumi dei vostri prodotti con le nuove generazioni (Generation Z –Millennials) e quali ritorni di mercato avete da queste generazioni?

      Sicuramente i grandi eventi e la susseguente viralità del mondo social legata ad essi è uno strumento importante per creare fidelizzazione e far sentire il consumatore vicino alla marca.

       

      • Abbiamo appena superato il Natale. Quanto incidono le vendite in questo periodo dell’anno?

      Spesso dico che negli ultimi 4 mesi si fa il 50% del fatturato, quindi sicuramente abbiamo una certa stagionalità, forse più pronunciata all’estero che in Italia. Credo anche a causa del fatto che in Italia abbiamo la famosa “correzione mattutina” di Sambuca Molinari difficilmente replicabile all’estero e praticamente in voga in ogni stagione. Resta il fatto che i prodotti importati dalla nostra azienda hanno una più elevata stagionalità rispetto a quelli “di famiglia” come Limoncello di Capri (sì stagionale ma estivo grazie alla nuova tendenza del Limoncello di Capri Spritz) o alla stessa Molinari

       

      • Innovazione tecnologica e sostenibilità. Quanto questi fattori saranno determinanti per il futuro delle aziende vinicole?

      Da 5 anni abbiamo adottato i pannelli solari in tutte le fabbriche Molinari e ultimamente anche in distilleria Ceschia. Negli anni abbiamo aumentato i materiali riciclati (in primis il vetro) e ridotto l’utilizzo della plastica. Detto ciò bisogna vedere la sostenibilità anche con un certo realismo: l’utilizzo di auto elettriche per i nostri manager è ad oggi molto complicato nel nostro Paese e non mi pare che risolva il problema a livello globale.

      A livello sociale abbiamo una onlus, la Fondazione Molinari, molto attiva soprattutto nel mondo dell’infanzia e dei giovani. Combattiamo la povertà educativa e sosteniamo i ragazzi attraverso corsi di formazione nelle case famiglia.

       

        • In quali aree si possono sviluppare attività sinergiche tra le aziende della categoria e la distribuzione?

        La più naturale sarebbe la logistica visto che riguarda entrambe ma sono sicuro che il marketing nel punto vendita potrà essere sviluppato nel futuro prossimo dando ai consumatori in modo immediato informazioni sui prodotti e la loro qualità, la tracciabilità, le filiere e anche le promozioni per i consumatori. I volantini casa per casa mi sembrano uno strumento alquanto obsoleto e poco ecologico, credo che in tempi di AI e codici a barre ci meritiamo qualcosa di più.