Risponde Andrea Martini, Sales Director di Galbani Salumi

  1. Il mercato macro economico della categoria salumi come si sta delineando e quale strada sta prendendo nel breve e corto periodo 2023?

Purtroppo l’inizio del 2023 non è stato brillante per il mercato dei salumi in Italia. Il progressivo sui primi due mesi segna una sostanziale parità ma febbraio ci ha fatto leggere un segno rosso al quale da tempo non eravamo più abituati. L’altra evidenza è che si sta accentuando un fenomeno che si era già intravisto nella seconda parte del 2022: dopo anni in cui la crescita era trainata dal libero servizio e dagli affettati in particolare, in questo momento la mano del consumatore sembra spostarsi dallo scaffale al banco servito, probabilmente come conseguenza delle scelte di “trading down” che in molte categorie oggi stanno penalizzando la componente servizio in favore della convenienza.

 

  1. Anno 2022 come si è chiuso? il mercato delle vendite dei prodotti che hanno coinvolto la tua azienda ha dato risposte positive?

Il 2022 ha dato risposte sostanzialmente positive sul mercato in cui compe8amo, crescendo a full year quasi di un punto, e con una performance par8colarmente buona sul Banco Taglio, dove come Galbani esprimiamo la nostra maggior forza. I Salumi, in realtà, nonostante tutto si dimostrano sempre di più un mercato in salute in Italia e all’estero, anche se ancora molte sono le sfide da vincere, soprattutto lato innovazione.

 

  1. Come si confrontano i consumi dei vostri prodotti con le nuove generazioni (Generation Z – Millennials) e quali ritorni di mercato avete da queste generazioni?

Sappiamo che l’orientamento d’acquisto di queste nuove generazioni, non solo rispetto alla nostra categoria ma più in generale verso tutti i tipi di prodtto, è orientato verso prodotti sostenibili.
Una sostenibilità a tutto tondo, che parte dal “Purpose” etico e sociale dell’azienda (internet a riguardo è la loro fonte principale di informazione), che passa dal pack e dagli ingredienti e materie prime utilizzate per arrivare, come nei nostri mercati, all’animal welfare.
Loro sono il target che nel concreto, e non solo nel dichiarato, è disposto a pagare di più per questo tipo di prodotti, senza compromessi. Inutile dire che questa consapevolezza deve spingerci a lavorare di più e meglio su questo campo e a comunicare loro i nostri progressi attraverso la rete e i social perchè, inutile dirlo, sono i nostri clienti di oggi ma soprattutto i nostri clienti di domani

 

  1. Prevedete un rialzo della materia prima per 2023? Quali le ragioni per cui tecnicamente potremmo spiegare ai nostri “stakeholders” questi eventi?

Purtroppo su questo punto non ci sono molti dubbi: l’inizio del 2023 ha portato un imprevisto e considerevole aumento dei costo della materia prima, con quotazioni mai viste nella storia di questo mercato sia in Italia che all’estero. La ragione principale di questa dinamica è collegata alla riduzione della produzione suinicola mondiale a fronte di consumi sostanzialmente stabili. L’aumento vertiginoso del costo dell’alimentazione suina e l’impennarsi dei costi energetici vissuto nel 2022, hanno spinto molti allevatori al limite della sostenibilità del conto economico, lasciando loro come unica alternativa quella di ridurre drasticamente le produzioni, con un impatto che leggiamo oggi sulle disponibilità di merce e di conseguenza sulle quotazioni.
Purtroppo le prospettive sui prossimi mesi non sono rosee: il forecast sul prezzo del mangime parla di prezzi in leggera discesa ma sempre molto elevati e le stime per quanto riguarda la produzione suinicola proiettano un ulteriore calo rispetto al 2022. Il vero ago della bilancia sarà probabilmente quello che succederà sui consumi….

 

  1. Quanto hanno inciso sulle vostre vendite i recentissimi eventi (pandemia – conflitto Ucraino Russo e conseguenti costi energetici – incremento dei consumi extra al vecchio continente)?

Galbani Salumi ha la fortuna di presidiare il mercato e il territorio in modo diretto ed estremamente capillare, non solo per quanto riguarda il canale moderno, ma anche sul canale Tradizionale grazie
ad una delle reti di tentata vendita più estese e organizzate del Paese. Per questa ragione siamo riusciti in tempo di pandemia a mantenere un buon equilibrio, bilanciando gli impatti negativi subiti sulle grandi superfici, con le gallerie commerciali e i banchi taglio deserti, con il grande exploit delle superfici medio-piccole e dei punti vendita indipendenti sul territorio.
Per quanto riguarda il conflitto purtroppo abbiamo subito e stiamo subendo come tutti gli impatti sui costi di produzione, assorbendoli per quanto possibile ma cercando di mantenere in equilibrio il conto economico e quindi, inevitabilmente, generando inflazione.

 

  1. In quali aree si possono sviluppare attività sinergiche tra le aziende della categoria salumi e la GDO?

Sicuramente l’area principale è quella dell’innovazione: i salumi sono una categoria in cui non è facile innovare e la possibilità di lavorare realmente in team con il distributore, a partire dall’ideazione
del concetto fino alla sua implementazione sul punto vendita in un’ottica di test e senza altri obiettivi se non quello di trovare nuove strade per allargare la categoria potrebbe essere una chiave vera per far evolvere la partnership tra aziende produttrici e distributrici.